Titiksha: la pazienza nello yoga…

ioCome vi sentite quando siete in coda alla cassa di un ipermercato?

Quale è il vostro stato interiore quando il vostro PC sembra girare al minimo

e le  vostre pagine web si caricano con un passo deplorevole?

                                         Arrivate ad essere impazienti?

Lo Yoga non si adatta all’impazienza. Titiksha (o Titiksa), la pazienza, è del resto una delle qualità richieste per la pratica. Nello Yoga, Titiksha, è avere l’umiltà di concederci il tempo che ci serve, quello necessario… La pratica dell’ascolto nelle asana è un lavoro a lungo termine. La maggior parte degli errori, sono un segno, sia di disattenzione, che d’impazienza….Si sopravvalutano le proprie capacità e ci si fa male, cosa che va contro lo yoga…la pratica è sempre perfettibile e l’apprendimento prende il tempo di tutta una vita, anche se si pratica tutti i giorni.

Il corpo, fisico ed emozionale, ha la sua storia, le sue forze ed i suoi nodi; ha i suoi diritti ed i suoi bisogni. Ci parla e ci insegna ciò che siamo in grado di capire man mano che lo scopriamo. Ci accompagna e si lascia modellare, se lo rispettiamo…l’impaziente vuole risultati  o attende miracoli… e rapidamente!

Senza pazienza, si abbandona la pratica o si riversa nella ricerca esperienze psichiche, che non c’entrano nulla con lo yoga. La pratica profonda richiede lo sviluppo dell’attenzione, della concentrazione, del rilassamento e dell’ascolto al massimo grado. Gli antichi Maestri dello yoga conoscevano perfettamente il funzionamento del mentale dei loro allievi. E spesso, il loro primo insegnamento era di prendere in  contropiede l’impazienza dell’allievo. Il Maestro gli insegnava che se voleva progredire, gli occorreva fermarsi, porsi in ascolto, essere presenti, in quell’attimo senza ieri né domani solo così infine, l’allievo poteva iniziare ad ascoltare veramente…di conseguenza diveniva  presente a sé stesso prendendo coscienza del cammino che doveva percorrere….Ma più sovente la storia si ripete e la conosciamo tutti…apprendiamo, vediamo che facciamo alcuni progressi… poi…. vogliamo fare nuovamente ancora progressi…

Ma qual è il vero progresso?

Il Maestro di yoga, ha la saggezza di conoscere il vostro ritmo d’apprendimento ed i vostri limiti. È là per guidarvi. C’è in ciascuno di noi un luogo di saggezza col quale si può entrare in relazione e che ci può aiutare a progredire…con pazienza… Le asana sono cresciute attorno all’esperienza della posizione seduta di meditazione, ed in origine erano posture molto semplici. I primi Yogi cominciarono ad osservare che muovere il corpo in certi modi aveva degli effetti, soprattutto, quando si stimola il proprio corpo sulla base di un atteggiamento di grande sensibilità, perché passare ore in silenzio e in quiete, sviluppa grande sensibilità, il che ci dà la capacità di apprezzare il poco, ed è attorno a questa sensibilità che si è sviluppato lo yoga.

Quando non siete sicuri di cosa fare, tornate al vostro respiro:

inspirate ed espirate pienamente consapevoli, prendete rifugio nella presenza mentale. La cosa migliore da fare nei momenti di difficoltà è tornare a se stessi e dimorare nella consapevolezza.

(Thich Nhat Hanh,Perché un futuro sia possibile – pag. 75)

Titiksha: la pazienza nello yoga…ultima modifica: 2008-04-25T08:00:00+02:00da loresansav1
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