Śamatha: la meditazione di calma, Vipaśyana: lo stato di analisi intuitivo#1

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Innumerevoli sono gli stati di profondo raccoglimento (Samâdhih) che portano a stati di gioia, calma, chiarezza. Questo è anche il motivo per cui spesso le visioni/esperienze si confondono in quanto non si pone l’attenzione sul significato che l’esperienza mette in luce ma ci si sofferma solo sulle sensazioni che ne emergono: pace, gioia ecc… sensazioni uguali ma secondo il tipo di orientamento che può avere la nostra ricerca assume profondità diverse.

Quindi diventa particolarmente importante, per una pratica  priva di mistificazioni e illusioni e incentrata sui nostri bisogni reali, riconoscere ed essere consapevoli non solo delle sensazioni ma di quale significato ci lascia ciò che abbiamo vissuto, cioè quale sia stata la domanda/motivazione/ricerca da cui siamo partiti, in poche parole:

  • perché ci siamo avvicinati alla meditazione?
  • cosa vogliamo/desideriamo?
  • qual’è la risonanza interiore che ci ha fatto muovere verso questa ricerca?
  • cosa sentiamo realmente?

Imparare a riconoscere il nostro reale bisogno è fondamentale perché orienterà tutta la nostra ricerca e le esperienze che ne deriveranno saranno relativa a ciò che ci ha mosso. Non discernere su questo aspetto significa che ci inoltreremo in pratiche/ricerche, nelle quali potremo avere intuizioni importanti ma alle quali molto probabilmente non saremo preparati, inoltre il rischio è di associare contenuti ad esperienze che non sono portatrici di quei significati.  così perdiamo solo tempo e al termine della nostra vita ci ritroveremo da punto e a capo….

La meditazione di base: Śamatha /la meditazione di calma

Anche se un certo grado di concentrazione è il necessario presupposto di ogni pratica meditativa, il percorso basato sulla progressiva concentrazione dell’attenzione su un oggetto fisico o mentale passa attraverso una serie di stati di assorbimento e prende il nome di Śamatha, che significa calma, serenità, quiete, per cui può essere indicata anche come meditazione di calma.

Un’attenzione non reattiva, la meditazione di calma (samatha) sarà la base su cui gioca un ruolo cruciale la pratica dell’essere presenti al sentire cioè la pratica di Vipassana.

Quando ci si siede in meditazione  è necessario solo focalizzare la mente, cioè non analizzare con essa.

In Śamatha si sperimenta gioia, calma, stabilità e chiarezza nella mente.

Śamatha è chiamata la meditazione di calma perché nella mente orientata verso l’interno (nello Asthanga Yoga di Patañjali  corrisponde a Dhâranâsu🙂 si produce l’arresto del divagare e della distrazione. Nella mente tenuta per un periodo lungo non più occupata sui pensieri si creano le condizioni appropriate per il movimento delle energie sottili (vedi articolo sui Vayu).

E’ da questa base della mente che è possibile introdurre Vipaśyana la totale presenza al sentire come visione penetrante che può far accedere a momenti intuitivi di esperienza che hanno in sé una ricchezza straordinaria.

E’ fondamentale però capire che il raccoglimento (Samâdhih) deve essere privo di torpore, se la mente è avvolta da torpore (nello yoga corrisponde allo stato del Guna Tamas)  non si produrrà chiarezza della mente e anche se si produce calma e gioia,  ciò non sarà utile alla meditazione.

 Essere intensamente presenti al sentire: Vipaśyana/lo stato di analisi intuitivo

La modalità, denominata Vipassana (pali) o Vipaśyana (skr.), da cui meditazione di discernimento o di visione penetrativa o profonda, impiega un’attenzione che riesce a osservare le cose a un livello più profondo e più “vero” di quanto non si faccia con gli ordinari livelli di attenzione.

Il fulcro dell’approccio Vipaśyana è costituito dalla pratica della consapevolezza (sati consapevolezza, vigile ricordo di quanto viene osservato e operato, che costantemente deve accompagnare il praticante).

Come l’osservazione al microscopio consente di penetrare nelle strutture dei tessuti del nostro organismo non visibili a occhio nudo, così l’attenta osservazione dell’oggetto di meditazione attraverso una mente in cui Śamatha ha creato le condizioni di un’attenzione profonda, una visione penetrativa riesce a scorgere aspetti della realtà situati al di là della verità esteriore delle cose e che, come tali, sfuggono alla mente ordinaria.

Poiché l’osservazione è un processo, questa attenzione è “guidata” dagli aspetti propri dell’insegnamento a cui ci si riferisce e questo spiega perchè è proprio a questo livello che le tecniche proposte dalle varie tradizioni spirituali si sono differenziate in modo più rilevante di quanto non accade per la meditazione di quiete (Śamatha).

Vipaśyana solitamente viene tradotta con essere presenti alle fasi del respiro, si comincia col respiro, l’attenzione all’aria che entra e che esce ma non è solo seguire il respiro, ma è fare appello a quella dimensione di noi che può essere veramente densamente presente su questo flusso, è allora che possono accadere momenti intuivi, sia sul respiro che sul pulsare della nostra mente profondi.

Densamente, totalmente presenti a quel che accade ad ogni percezione, a quel che senti dentro e attorno a te a ciò che ti sta attraversando, a come accade, con uno sguardo pulito che solo osserva…

Ora  è possibile iniziare uno stato di analisi intuitivo su quell’essere presenti.

Śamatha e Vipaśyana non si differenziano rispetto all’oggetto scelto, ma Vipaśyana comporta la realizzazione di un’esperienza straordinaria, speciale.

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Śamatha: la meditazione di calma, Vipaśyana: lo stato di analisi intuitivo#1ultima modifica: 2018-07-19T18:35:05+02:00da loresansav1
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