Le quattro nobili verità

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La prima cosa che il Buddha insegnò furono quelle che sono conosciute come le “quattro nobili verità.” Ciò significa che vi sono quattro fatti che chiunque sia altamente realizzato ed in grado di comprendere la realtà, comprende come veri. Questi quattro fatti sono:

  1. I veri problemi che tutti noi affrontiamo.
  2. Le vere cause di questi problemi.
  3. Come sarebbe se vi fosse una vera cessazione di queste cause, in modo tale da non avere più    questi problemi.
  4. La maniera di comprendere, agire, e così via, che porterebbe a tale cessazione di tutti i nostri problemi.

I nostri veri problemi

Il Buddhismo ha molto da dire riguardo ai problemi e al modo in cui affrontarli. Tutti gli insegnamenti del Buddha, infatti, hanno lo scopo di aiutarci a superare le difficoltà della vita. L’approccio è in effetti molto razionale e fondato. E’ dire che, qualsiasi sia il problema, tutti i problemi derivano da cause. Dobbiamo quindi guardare molto onestamente e profondamente all’interno di noi stessi, per vedere quali siano le difficoltà che stiamo affrontando. Per molti di noi non si tratta di un processo molto facile. E’ abbastanza doloroso in effetti cercare di vedere quali siano le aree difficili della nostra vita. Molte persone negano [i loro problemi] a se stesse. Non sono disposte ad ammettere che hanno problemi – ad esempio, una relazione non sana – ma ciononostante provano infelicità. Non possiamo lasciare tuttavia la questione soltanto a questo livello: “sono infelice.” E’ necessario guardare, più in profondità, quale sia effettivamente il problema.

Le vere cause dei nostri problemi

Dobbiamo poi cercare di scoprire quali siano le cause dei nostri problemi. I problemi non esistono soltanto di per sé, venendo dal nulla. Ci dev’essere una causa, e naturalmente vi sono molti livelli di fattori che sono coinvolti nel determinare una situazione insoddisfacente. Ad esempio, quando ci sono conflitti personali in un rapporto, vi possono essere ulteriori fattori di complicazione provenienti dall’economia – non vi è sufficiente denaro, ecc. – problemi con i figli, o problemi con altri famigliari. Vi possono essere circostanze di tutte le sorti a contribuire al problema. Tuttavia Buddha disse che dobbiamo andare sempre più profondità per scoprire quale sia la causa più profonda dei nostri problemi; e la causa più profonda dei nostri problemi è la nostra confusione rispetto alla realtà.

Proviamo infelicità, proviamo dolore, e questo naturalmente deriva da qualche tipo di causa. Ad esempio, potremmo agire in una maniera molto disturbante – con molta rabbia ad esempio. Nessuno è felice mentre è arrabbiato, non è così? Dobbiamo perciò riconoscere che la rabbia in questo caso sta causando la nostra infelicità, e che dobbiamo in qualche modo liberarci da essa.

Il problema che ci sta rendendo infelici, potrebbe anche essere il fatto di essere preoccupati tutto il tempo. La preoccupazione è uno stato mentale molto spiacevole. Nessuno è felice mentre è preoccupato, non è vero? Shantideva, un grande maestro buddhista indiano, disse che se si è in una situazione difficile, che si può in qualche modo cambiare, allora perché preoccuparsi? Semplicemente la si cambia. Preoccuparsi non aiuta. E se non c’è nulla che si possa fare per cambiarla, perché, nuovamente, preoccuparsi? Anche in questo caso ciò non aiuta. Siamo dunque confusi rispetto all’inutilità del fatto di preoccuparsi, e quindi continuiamo a preoccuparci. Il punto è che non c’è alcun beneficio nel preoccuparsi.

Abbiamo poi anche un problema di un altro livello, il problema di non essere mai soddisfatti. Sperimentiamo momenti di felicità, naturalmente, ma sfortunatamente questi non durano per sempre, e noi ne vogliamo sempre di più. Non sono mai soddisfacenti. Non siamo soddisfatti di mangiare il nostro cibo preferito soltanto una volta, non è vero? Vogliamo mangiarlo ancora e ancora. E se ne mangiamo troppo tutto in una volta, la felicità che abbiamo avuto inizialmente si tramuta in un mal di stomaco. Siamo quindi un po’ confusi rispetto a questo tipo di felicità. Invece di semplicemente goderne per quello che è, e realizzare che non durerà e non soddisferà mai, ci attacchiamo ad essa; e quando perdiamo quella felicità ci sentiamo molto infelici.

E’ come quando siamo con un amico caro, o una persona amata, e poi questa ci lascia. Naturalmente ci dovrà lasciare ad un certo punto, e quindi dobbiamo godere del tempo che passiamo con lei. C’è un’immagine molto bella che usiamo a volte. Quando qualcuno di meraviglioso che amiamo così tanto entra nella nostra vita, è come un uccello selvaggio che viene alla nostra finestra. Quando l’uccello selvaggio viene alla nostra finestra, possiamo godere della bellezza della sua compagnia, ma dopo un po’ l’uccello volerà via, naturalmente, perché è libero. E se noi siamo molto delicati, gentili, magari potrebbe tornare. Ma se lo prendiamo e lo mettiamo in una gabbia, egli sarà molto infelice e potrebbe anche morire. Allo stesso modo, queste persone giungono nelle nostre vite come questo bell’uccello selvaggio, e la cosa migliore da fare è godere del tempo che sono con noi. Quando, per qualsiasi motivo, per qualsiasi periodo di tempo, se ne vanno – beh, succede. Se rimaniamo rilassati e calmi rispetto a questo, e non avanziamo pretese – “non lasciarmi mai. Non posso vivere senza di te,” questo genere di cose – è probabile che tornino. Altrimenti, il nostro attaccarci e avere pretese su di loro non farà che mandarli via.

Quando siamo confusi rispetto alla natura della nostra felicità ordinaria e ai piaceri ordinari della vita, ovviamente abbiamo problemi. Non possiamo neanche godere dei momenti felici che abbiamo, perché siamo preoccupati e spaventati dal fatto che li perderemo. Siamo come un cane con una ciotola di cibo – il cane sta mangiando il cibo, ma si sta anche guardando attorno e ringhiando per assicurarsi che nessuno vada a prenderglielo. A volte siamo così, non è vero? Invece semplicemente di godere di quanto abbiamo, ed accettare il fatto che quando è finito, è finito. Tuttavia non è naturalmente così semplice come sembra – magari non sembra neanche semplice – ma richiede allenamento, l’abituarsi ad una maniera diversa di vedere le cose.

La vera cessazione dei nostri problemi

Buddha disse che è possibile arrestare per sempre i nostri problemi, e che la maniera per farlo è di liberarsi delle loro cause. E’ un approccio molto razionale, molto logico. Se ci si libera del carburante, non ci sarà più fuoco. Ed è possibile, disse Buddha, liberarsi di questi problemi, in una maniera tale per cui essi non torneranno mai più.

Non vogliamo accontentarci d’una libertà solo temporanea da questi problemi, vero? E’ come andare a dormire – quando si è addormentati, non si hanno i problemi di una relazione difficile. Ecco questa non è la soluzione, perché quando ci si sveglia il problema è ancora lì. E’ come quando si va in vacanza da qualche parte, ma si deve tornare a casa, e quando si torna a casa i problemi sono ancora lì. Una vacanza, quindi, non è la soluzione migliore, la soluzione più profonda e duratura.

Buddha, inoltre, non stava dicendo di starsene zitti e di accettare i propri problemi e conviverci, perché neanche questa è una buona soluzione, non è così? Altrimenti ci si sente piuttosto impotenti – non vi è nulla che si possa fare, quindi ci si arrende e non si prova nemmeno. E’ molto importante cercare di superare i propri problemi. Anche se non miglioriamo di molto, almeno si ha la sensazione di averci provato.

Metodi per arrestare i nostri problemi

Ma se davvero vogliamo ottenere una vera cessazione di tali problemi, una vera fine, allora c’è il quarto fatto che venne insegnato dal Buddha, secondo il quale è necessario seguire una sorta di metodo, ed ottenere una corretta comprensione al fine di liberarsi della causa più profonda, ovvero della nostra confusione. Ottenere una corretta comprensione, tuttavia, non è sufficiente se non si riesce a tenerla sempre a mente, per questo è necessario sviluppare la concentrazione. Ma per essere in grado, con la concentrazione, di ricordare e rimanere focalizzati su tale comprensione, è necessaria l’auto-disciplina. Quindi i metodi buddhisti generali che utilizziamo per evitare i nostri problemi, sono quelli di seguire un qualche percorso di disciplina, concentrazione, e corretta comprensione (chiamata a volte “saggezza”).

In aggiunta, una delle cause più grandi dei nostri problemi, è il nostro egoismo. Molto del nostro egoismo è basato sulla nostra confusione rispetto alla realtà, in quanto in qualche modo sembra che pensiamo di essere gli unici ad esistere a questo mondo. Anche se riconosciamo il fatto che gli altri esistono, noi siamo chiaramente i più importanti dell’universo, il centro del nostro universo. A causa di questa comprensione sbagliata, pensiamo: “devo sempre avere le cose che vanno a modo mio. Devo sempre ottenere ciò che voglio,” e se le cose non vanno a modo nostro, allora siamo molto infelici.

Ma è una visione molto confusa della realtà, perché non vi è nulla di speciale in me in tal senso. Siamo tutti uguali, nel senso che tutti vogliono essere felici, nessuno vuole essere infelice; tutti vogliono ottenere ciò che vogliono, e nessuno vuole non ottenere ciò che vuole. E in qualche modo dobbiamo vivere assieme, in quanto viviamo assieme. Dobbiamo quindi aggiungere amore e compassione, considerazione per gli altri, ed altruismo ai modi per superare e prevenire i problemi. Proprio come vorremmo che gli altri ci aiutassero, allo stesso modo gli altri vorrebbero che noi aiutassimo loro.

Alexander Berzin 

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Le quattro nobili veritàultima modifica: 2019-11-20T18:05:42+01:00da loresansav1
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