Affrontare la rabbia

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Lei parlava del fatto di spazzare il pavimento come metodo per affrontare la rabbia o altre emozioni distruttive, ma ha sottolineato che il Buddhismo ha molti metodi più profondi. Potrebbe per favore dare almeno un suggerimento su dove cercarli?

La domanda era che ho parlato di qualche metodo molto superficiale e temporaneo di affrontare la rabbia – come quando si ha un sacco di rabbia repressa, un lavoro fisico pesante può aiutare, come lavare tutti i pavimenti – ed ho sottolineato il fatto che vi sono metodi più profondi, quindi se potessi indicare qualcuno di questi metodi per affrontare la rabbia?

Beh, andando un po’ più in profondità, un livello per affrontare la rabbia quando si è arrabbiati con qualcuno è quello di sviluppare la pazienza. Ora, in che modo sviluppiamo la pazienza? Vi sono moltissimi metodi, ma un metodo, ad esempio, è chiamato “pazienza come bersaglio:” “se non avessi messo su il bersaglio, nessuno l’avrebbe colpito.” Ad esempio, ti chiedo di fare qualcosa per me, e tu la fai in modo sbagliato. La mia tendenza è quella di arrabbiarmi con te. Oppure non l’hai proprio fatta. Quindi di chi è la colpa? In realtà la colpa è mia, perché ero troppo pigro per farla, e l’ho chiesto a te. Cosa mi aspetto? Quando si chiede a qualcuno di fare qualcosa, cosa ci si aspetta? Diciamo che chiedete ad un bambino di due anni di portare una tazza di tè caldo, e la rovescia. Ovviamente la rovescia. Dunque la stessa cosa – cosa ci aspettiamo quando chiediamo a qualcuno di fare qualcosa per noi?

Realizzo dunque che è stata la mia pigrizia a causare effettivamente il problema. Non mi arrabbio con l’altra persona. E sono consapevole che quando ti chiedo di fare qualcosa per me, è perché sono troppo pigro per farla da solo – o troppo pigro, o non ne ho il tempo, qualsiasi cosa sia. Ma il punto è che se sto chiedendo a qualcun altro di farlo, non dovrei aspettarmi che lo faccia perfettamente – o nel modo in cui l’avrei fatto io, che potrebbe anche non essere corretto alla fine. Anch’io faccio errori. E se lo faccio io, e faccio un errore, non vi è ragione di arrabbiarmi con me stesso. “Non sono perfetto – nessuno è perfetto – perciò, naturalmente, faccio errori.” Si accetta dunque la realtà. “Sono un essere umano; gli esseri umani sbagliano: ho sbagliato.” E se posso correggerlo, lo correggo. Non mi arrabbio con me stesso. Non serve a nulla che mi arrabbi con me stesso. Basta che lo corregga, se posso. Se non posso, va bene – lo lascio così, e cerco di non ripetere lo stesso errore in futuro.

Un livello molto più profondo di trattare con la rabbia è quello in cui si comprende la realtà di se stessi. Ora sto parlando ad un livello molto semplice, ma anche questo semplice livello, è d’aiuto. “Non sono il centro dell’universo. Perché dovrei sempre avere le cose che vanno a modo mio? Perché? Cosa c’è di così speciale in me che dovrei sempre avere le cose che vanno a modo mio e nessun altro dovrebbe avere le cose che vanno a modo suo?” Con pensieri come questi, si inizia a smontare questa solida visione di un “me” come la cosa più importante dell’universo. Solido “me.” Poi, naturalmente, si può smontare sempre di più, sempre di più. Quando si ha questa visione di un “me” che è questa cosa solida qui, e che le cose devono sempre andare a modo mio, ovviamente ci si arrabbia quando non si ottiene ciò che si vuole, vero?

Il Buddhismo ha molto da dire su come noi esistiamo e su come tutti esistono. Esistiamo, ma non in questi modi impossibili che noi immaginiamo, ad esempio come un piccolo “me” seduto dentro la nostra testa che parla e che è l’autore di quella voce nella nostra testa. Sembra come se ci fosse un piccolo “me” all’interno, che sta parlando, che si sta lamentando: “cosa devo fare ora? Oh, farò quello,” e quindi muovo il corpo, come se il corpo fosse una macchina. Ma è un’illusione. Non si può trovare alcun piccolo “me” all’interno di se stessi, non è vero? Ma ciononostante, io esisto – parlo; faccio cose. Dobbiamo quindi smetterla con il credere in queste proiezioni, perché sembra che corrispondano alla realtà. Sembra così. C’è questa voce che parla, perciò ci dev’essere qualcuno che parla lì dentro.

Pertanto, il Buddhismo ha molto da offrire in tutta l’area di quella che noi chiameremmo “psicologia.”

Alexander Berzin 

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Affrontare la rabbiaultima modifica: 2020-04-28T18:24:56+02:00da loresansav1
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