…Forse la ragione più profonda che ci fa temere la morte è il non sapere chi siamo. Crediamo di essere un’individualità personale, unica e separata; ma, se osassimo esaminarla, scopriremmo che questa individualità dipende da una serie infinita di cose che la sorreggono: nome e cognome, la nostra ‘biografia’, il compagno o la compagna, la famiglia, la casa, il lavoro, gli amici, le carte di credito…
È sul loro fragile appoggio transitorio che costruiamo la nostra sicurezza.
Se ci togliessero tutto questo, avremmo ancora idea di chi siamo veramente?
Privati dei nostri puntelli familiari siamo di fronte a noi stessi: una persona sconosciuta, uno straniero che fa paura e con il quale siamo sempre vissuti senza mai volerlo conoscere realmente.
Non è per questo che riempiamo ogni attimo del nostro tempo di rumore e attività, per noiose e insignificanti che siano, allo scopo di assicurarci di non rimanere mai soli in silenzio con quello straniero?
Fonte: Il libro tibetano del vivere e del morire.