Una delle cose più difficili da imparare … | Buddhismo Theravada

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“Una delle cose più difficili da imparare è che la consapevolezza non dipende da alcuno stato emozionale o mentale.

Abbiamo dei preconcetti sulla meditazione, per esempio che sia una cosa per persone tranquille, che si muovono lentamente, da farsi in caverne silenziose. Queste sono circostanze favorevoli all’apprendimento, che si creano per facilitare la concentrazione e per imparare l’arte della consapevolezza. Ma una volta imparato, tuttavia, si può anche fare a meno delle restrizioni tipiche dell’addestramento e, anzi, dovreste proprio farlo. Non c’è bisogno di muoversi a passo di lumaca per essere consapevoli; non c’è bisogno nemmeno di star calmi. Si può essere coscienti mentre si risolve un difficile problema di calcolo; si può essere coscienti in mezzo a una mischia di palla ovale; si può essere coscienti nel mezzo di una furia incontenibile. Le attività fisiche e mentali non sono d’ostacolo alla consapevolezza. Se vi pare che la vostra mente sia estremamente attiva, allora osservate semplicemente la natura e il grado di quest’attività: è solo una parte del temporaneo spettacolo interno”.

  (Bhante Henepola Gunaratana – © copyleft perle.risveglio.net)

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Bhante Henepola Gunaratana: nato in Sri Lanka, è stato ordinato monaco buddhista all’età di dodici anni. Si è laureato in filosofia alla American University e ha tenuto corsi di buddhismo in molte università americane. Insegna e guida ritiri di meditazione in Nord America, Europa e Australia. È abate del monastero della Bhavana Society, nel Nord Virginia, dove risiede

Una delle cose più difficili da imparare … | Buddhismo Theravadaultima modifica: 2009-07-31T09:23:00+02:00da loresansav1
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2 pensieri su “Una delle cose più difficili da imparare … | Buddhismo Theravada

  1. spesso, lungo i miei giornalieri viaggi in treno, cerco la consapevolezza nell’ osservare chi e cosa mi circonda.
    i particolari, le voci, i colori…

  2. Ciao,
    i momenti in cui è possibile soffermarsi ormai sono rari e viaggiare in treno permette ciò che tu hai così bene descritto. Ritornare a momenti di consapevolezza autentica, di un’apertura mentale chiara e quieta, quando il cuore e la mente sono in sintonia è allora che l’uomo scopre che non è solo materia…la consapevolezza fa scorgere un’altra realtà oltre l’io…
    Per quel che è la mia esperienza la consapevolezza ha un duplice aspetto
    1. come vigile e costante attenzione… (il qui e ora, essere vigili, attenti ecc…) quindi una consapevolezza che sostiene l’attenzione…
    oppure
    2. la consapevolezza come quel fattore mentale che distingue chiaramente gli stati “liberatori dai non liberatori;
    Coltivare la mera attenzione è un buon impegno in una fase iniziale di pratica,ma coltivare una consapevolezza corretta è importante nel progressivo sviluppo meditativo
    Cosa percepisco io quando faccio entrare la consapevolezza in me?….
    Cosa mi dice la mia esperienza interiore?
    La consapevolezza ha in se un valore che invita a superare i dualismi, a sentire l’unità di vita e di morte, in una diversa concezione del tempo…
    Tutto ciò potrebbe riservare sorprese e questo cammino apparentemente tortuoso rivelarsi estremamente interessante, anche e soprattutto sul piano della crescita personale..
    Grazie per avermi dato la possibilità di entrare in questo argomento, che considero molto importante.
    Loredana

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