…se non lo si pratica con la consapevolezza che NON si tratta di una tecnica per risolvere problemi di natura psicologica come p.es.: mancanza di affettività, relazioni, salute ecc…, ma se NON si ha ben chiaro che si tratta di uno stato e di una indagine interiore sulla relazione profonda e misteriosa del senso-della-vita… allora si correrà il rischio, come disse il Maestro di Yoga Ramananda a Tiziano Terzani che:
“lo yoga non migliora la gente. Mette solo più in evidenza il carattere di ognuno. Se sei ladro lo yoga raffina le tue qualità di ladro; se di natura sei invidioso, con lo yoga lo diventi ancora di più…” Ramananda mi piaceva. Non cercava di darmi a credere nulla non che lo yoga guarisse le malattie, non che aprisse la porta ai poteri magici, come quello di levitare o di rendersi invisibili cose che ancora negli anni Cinquanta alcuni praticanti di Hatha Yoga, credevano possibili”. Ramananda credeva nella perseveranza, nella forza di volontà, e con questo ero a mio agio… (continua a leggere)
Tratto da : Un altro giro di giostra (Ed.Tea,2008, pag.294-98)
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