Le fantasticherie del passeggiatore solitario…  – Quinta passeggiata

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[…] Attraverso le vicissitudini di una lunga vita ho notato che i periodi delle gioie più dolci e dei piaceri più vivi non sono tuttavia quelli il cui ricordo mi attiri e mi commuova maggiormente. Quei brevi momenti di delirio e di passione, per quanto possano essere vivi, e proprio per la loro stessa vivacità, sono tuttavia solo dei punti sparsi e radi sulla linea della vita. Sono troppo rari e troppo effimeri per poter costituire uno stato d’animo e la felicità che il mio cuore rimpiange non è certo composta da istanti fuggitivi, è uno stato semplice e permanente che non ha in sé nulla di vivo ma la cui durata ne accresce il fascino al punto da trovarvi, alla fine, la massima felicità.  Tutto sulla terra è in un flusso continuo. Nulla mantiene una forma costante e fissa, e i nostri sentimenti per le cose esteriori passano e cambiano necessariamente come loro. Costantemente, prima o dopo di noi, esse ricordano il passato che non è più o anticipano il futuro che spesso non deve affatto essere: non vi è là nulla di solido a cui il cuore si possa attaccare. Così non abbiamo quaggiù nient’altro che piacere che passa; in quanto alla felicità che dura, dubito che la si conosca. A malapena si trova nei nostri più vivi piaceri un istante in cui il cuore possa veramente dire: Vorrei che questo istante durasse per sempre; come possiamo allora chiamare felicità uno stato fuggevole che ci lascia poi il cuore inquieto e vuoto, che ci fa rimpiangere qualcosa che era, o desiderare qualcosa che sarà?

(continua a leggere rousseau)

 Jean-Jacques Rousseau 

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Immagine: loredanasansaviniartWorks

 

Le fantasticherie del passeggiatore solitario…  – Quinta passeggiataultima modifica: 2010-10-29T08:23:00+02:00da loresansav1
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