[…] Chi non può farlo o chi non ha mai avuto di tali momenti è pregato di non leggere più innanzi. Perchè è difficile parlare di conoscenza religiosa a colui che può ricordare i suoi primi sentimenti dell’età pubere, i propri disturbi digestivi o magari i suoi sentimenti sociali, ma non già sentimenti spiccatamente religiosi. E’ da perdonare se per costoro proprio si sforza, con i principi che sono a sua disposizione di arrivare il più lontano che può e interpreta, per caso l”estetica” come diletto dei sensi, la religione come una funzione d’impulsi sociali di un valore sociale o in maniera anche più elementare. Ma l’artista che ha sentito in sè quello che è caratteristico dell’esperienza estetica, farà a meno delle sue teorie: molto più l’anima religiosa […] continua a leggere
tratto da : Il sacro, l’irrazionale nell’idea del divino e la sua relazione al razionale, Rudol Otto, Ed. Feltrinelli, 1989