come foglie sparse… una folata di vento… poi più nulla…
Perchè ci affidiamo alle reazioni-emotive?
Le reazioni-emotive emergono in noi per proteggerci da circostanze difficili. Nascono in momenti violenti e quindi sono programmate per combattere. Quando qualcosa ci minaccia fisicamente o interiormente, semplicemente sorgono, e divengono tutta la nostra realtà. Restiamo fortemente ancorati ad esse e crediamo che siano tutto ciò che la vita può offrirci.
Attraverso la consapevolezza del loro movimento, sperimentato come azione fisica nel corpo, è possibile inibirle. Al giorno d’oggi prevalentemente è a questo fine che sempre più è utilizzata la pratica dello yoga e della meditazione. Si tratta di un prendersi cura di noi stessi in modo diverso. Male non fa, tuttavia si tratta di una pratica interpretata in maniera terapeutica e snatura lo scopo per cui queste discipline furono anticamente messe a punto.
Se con il benessere-fisico le nostre tensioni interiori non si sono risolte, è possibile affrontarle attraverso lo Yoga e la Meditazione con una pratica non finalizzata e interpretata come strumento terapeutico.
Si tratta di un lavoro sulle reazioni-emotive, non nel senso di un’autosservazione psicologica, ma verso il rafforzamento delle nostre facoltà spirituali, che ci spingeranno a vedere da un aspetto, di un che-di-originario, la spirale dei nostri fraintendimenti-emotivi, e che-questo-soltanto, e non un ritorno all’emotività, può esserci di aiuto. In questo modo la meditazione risveglia un conoscere-raro.
Questo è il primo e perciò più difficile passo, in direzione della meditazione-profonda. Questo lunghissimo passo è al di fuori di ogni ragionamento. Non succede né tramite progetti, né tramite la loro realizzazione, bensì solo a seguito di una insistente pratica di meditazione che indaghi precipizi e vette della nostra interiorità…
Tutto questo non è possibile farlo da soli: si ha bisogno di una direzione, si ha bisogno di una VIA, si ha bisogno di una guida, cioè dell’esperienza di chi ha compiuto il percorso…
Pratica
- PRENDETE una sensazione emotiva attraverso il ricordo di un fatto che la evoca
- LASCIATELA espandere
- SENTITE come si manifesta praticamente nel corpo, che genere di tensione fisica si genera, quali parti del corpo sono coinvolte: un senso di vuoto allo stomaco, gambe fiacche, irrigidimenti, tensioni varie ecc…
- LASCIATELE lì e osservate – Lasciatele essere
- CONCENTRATEVI sul corpo nel suo insieme e sperimentate le emozioni materialmente come movimenti nel corpo, lasciate agire l’intensità nello spazio della consapevolezza
- NON concentratevi sulla sensazione perchè le emozioni affrontate direttamente assorbono tutta la forza
- A VOLTE appena se ne diventa consapevoli svaniscono e a questo punto non c’è altro da fare vi troverete calati in un primo-sguardo-originario
- È solo da uno stato come questo che è possibile iniziare ad entrare nel percorso di una pratica del più profondo…
- Ascoltatevi:…cosa succede ora nel vostro cuore?
- Si apre…e questo non è qualcosa di concettuale….
A VOLTE le emozioni NON possono essere affrontate direttamente perché troppo violente, tanto cariche di paure che è impossibile toccarle, ed è per questo che ci inducono alla distrazione, non reagite con nessuno giudizio su di voi: semplicemente ricominciate da capo.
Molto probabilmente, accadrà di fallire molte molte volte prima di sviluppare l’energia necessaria per affrontare le proprie reazioni-emotive, ma a un certo punto (nessuno può dire quando: mesi, giorni, anni…) accadrà improvvisamente di fare esperienza di un rivolgerci a noi stessi, diverso dal rivolgerci a noi come soggetto.
Solo allora, in quel momento capirete cosa significa calarsi sul piano più profondo della pratica!
chi è qui “chi”?
Ecco che la Via che si è mostrata!
Soffermatevi…
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Immagine: Loredana Sansavini artWork
Nel cammino fatto con Marina Borruso, che è stata la mia insegnante e guida per molti anni, ci insegnava esattamente questo, accogliere le emozioni dal corpo, lasciarle essere così come sono, senza giudicarle, senza cercare le ragioni, senza volere che sia diverso, e questa resa, questo accogliere piano piano cambia radicalmente la nostra vita. È un cammino a volte fatico, ma allo stesso tempo meraviglioso.
GRAZIE per questo articolo
Simona
Grazie a te per la preziosa condivisione!!
Loredana