Nuove visioni e vecchi schemi

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all’interno di un vecchio schema: mi sento sempre “meglio” dopo una pratica. . : nuove visioni all’interno di vecchi schemi: potrei non sentirmi “meglio” dopo una pratica. La pratica prepara il terreno della mente per la ricerca interiore che non c’entra nulla con il benessere psicofisico. Meglio/peggio, ma cosa significa ciò che sento?

Di cosa si ha bisogno nella pratica dello Yoga?

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Nella pratica dello yoga si ha bisogno di un tappetino e di una mappa interiore, dei due la domanda più importante è quale mappa interiore stai usando? piuttosto che quale tappetino devo usare?

Anāhata Cakra: IO-SONO che non vuol dire io-vivo

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Anāhata è un centro significativo situato in un luogo  del corpo. Questi luoghi del corpo sono il passaggio delle antiche sensazioni significative, i Saggi (rishi)  dell’India antica li hanno chiamati cakra. Anāhata Cakra lo percepiamo nello spazio all’altezza del cuore. Sappiamo tutti che la zona del cuore è un luogo intriso di grandi sensazioni e durante la pratica, quando ci … Continua a leggere

La respirazione involontaria  che sa accadere da sè

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Nella posizione seduta di meditazione raccoglietevi nel respiro e lasciate che l’aria entra ed esca lungo il canale del respiro, solo  osservate e aspettate  che il respiro progressivamente diventi  calmo e leggero. Mano a mano  che  tutto diventa più semplice e silenzioso  avrete creato le condizioni  per l’affiorare delle pause al termine dell’espiro  a polmoni vuoti,  al termine all’inspiro a … Continua a leggere

Praticare Asana ad occhi chiusi: perchè?

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Gli occhi sono una delle porte più importanti degli organi di senso. I sensi stimolano costantemente la mente distraendola e direzionandola sempre in avanti verso l’esterno. La pratica di asana con gli occhi chiusi induce a  Pratyâhârah . Pratyâhârah è il quinto ” anga” dell Asthanga-Yoga  di Patanjali . Con le palpebre chiuse si sospende il sentire quotidiano, che non … Continua a leggere

Yoga: il sentire che NON è quello del quotidiano

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Cosa ti aspetta effettivamente nella pratica dello Yoga? E’ yoga quando si studia sé stessi attraverso le âsana (le posizioni dello yoga).   Dice Patañjali negli Yogasūtra che âsana è Svàdhyâyâd: lo studio di sé. Sâdhana Pàda, II 44. Svàdhyâyâd isthadévatâ-samprayogah Solo lo stato di ascolto permette di abbandonarsi alla sottile dimensione profonda   Allora continua a leggere.   Durante … Continua a leggere

Ramana Maharshi – La ricerca del Sé (Vichara –sangraham)

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Discepolo: Qual è il vero scopo della rinuncia (sannyasa)? Maestro: Il sannyasa è solo la rinuncia del pensiero “IO” , e non il rifiuto degli oggetti esterni. Chi ha rinunciato (al pensiero “io”) rimane sempre lo stesso, che stia da solo o che si trovi in mezzo all’immenso samsara (il mondo materiale). Come la mente concentrata su un oggetto non … Continua a leggere

Domande

Punto interrogativo

Quali le relazioni, le somiglianze e le differenze fra la “mindfulness” e il buddismo, lo zen e lo yoga? Mindfulness è un’antica pratica del buddhismo Vipassanā, ripensata nella sua parte meno profonda e  in modo terapeutico dal medico statunitense Jon Kabat-Zinn . (Potrebbe interessare questo articolo . Lo Yoga è una pratica induista e lo Zen è una Via del  Buddhismo … Continua a leggere