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Il Maestro Śrī Tirumalai Krishnamacharya

Śrī Tirumalai Krishnamacharya (1888-1989) nasce a nel Karnataka, India del Sud, da una famiglia di grandi insegnanti di Yoga della tradizione risalente allo Yogi Nathamuni, di corrente Vaishnava, vissuto nel decimo secolo dopo Cristo. Śrī Tirumalai Krishnamacharya era una delle figure più rispettate dell’India sulla tradizione e gli insegnamenti dello Yoga, della pratica Vedica e dell’Ayurveda. Cominciò ad apprendere lo Yoga all’età di sei anni da suo padre. Il suo desiderio per la conoscenza delle radici delle tradizioni Vediche e dell’Ayurveda, lo portò a viaggiare ampiamente attraverso l’india e non solo. Per studiare lo Yoga si recò dal Maestro Mohana Brahmacari residente in Tibet e fu suo allievo per sette anni. A Krishnamacharya furono offerte posizioni istituzionali prestigiose che rifiutò sempre per mantenere la promessa di trasmettere lo Yoga, che aveva fatto al suo Maestro in Tibet. Il suo Yoga ha dato risalto al fatto che la pratica dello Yoga deve adattarsi all’individuo e non l’individuo allo Yoga. Krishnamacharya era conosciuto come un maestro estremamente severo. Pochi studenti potevano resistere e corrispondere alle sue richieste.

Il Vinyasa Krama

Si tratta di una serie di posizioni ordinate in una sequenza logica ed eseguite una dopo l’altra fino ad arrivare di nuovo alla posizione di partenza, per Krishnamacharya la pratica era suddivisa in tre aspetti:

  1. Sakti krama (sakti inteso come il potere della forza) sviluppare la forza fisica, la forza di concentrazione, il potere di eseguire posizioni difficili

  2. Adhyatmika krama, significava andare oltre la materialità per entrare in relazione con il Divino

  3. Chikitsa krama, yoga terapia, che comprendeva la modifica delle posizioni e gli esercizi di pranayama al fine di ridurre un certo problema fisico.

l’uso del respiro durante la pratica dell’asana richiede da parte dell’allievo l’attenzione in ciò che sta facendo nel tentativo di coordinare il respiro al movimento del corpo. Ogni movimento è basato su ciò che il corpo normalmente fa durante ogni inspirazione ed ogni espirazione. Così facendo la pratica delle asana comprende l’unione del corpo, del respiro e della mente. Secondo Krishnamacharya, non si può sfuggire allo scopo ultimo dello Yoga inteso come unione, e il respiro in questo contesto diventa di importanza fondamentale. Il come la pratica potesse apparire era ritenuta da lui assolutamente irrilevante. Ciò che contava era: come l’individuo si sente durante la pratica.

 Abbandonati allo Yoga, perché

Dov’è il conflitto quando la Verità è conosciuta

Dov’è la malattia quando la mente è chiara.

Dove’è la morte quando il respiro è controllato?

Tratto da L’essenza dell’insegnamento dello Yoga, Krishnamacharya,

 Sloka 6, Ed. Yoga Mandiram, 1996

Gerard Blitz ha detto di lui:

Krishnamacharya è scomparso il 28 febbraio 1989, nel suo centounesimo anno. Da allora, la qualità e il genio del suo insegnamento mi sono divenuti sempre più chiari. Se dovessi ridurli all’essenza, potrei ricordare:

***

 Alcuni dei suoi allievi più influenti: B.KS. Iyengar , Gerard Blitz , K. Pattabhi Jois, Indra Devi (prima donna ad essere accettata come allieva). T.K.V. Desikachar

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Il Maestro Śrī Tirumalai Krishnamacharyaultima modifica: 2011-12-16T20:04:00+01:00da
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