Perché?
Perché non si vuole che questo IO muoia.
Ci rendiamo conto che questo IO di cui tanto ci prendiamo cura, di cui ci siamo tanto occupati prima o poi deve morire e quindi cominciamo ad avere paura e cominciamo a fare tante cose in nome di questa paura e soffriamo
Basando tutta la vita sulla ricerca di ciò che renderà felice l’IO, mettendola al centro molto probabilmente si vivranno frustrazioni continue e man mano che viviamo questo stato di frustrazione può diventare sempre maggiore perché è possibile che saranno sempre meno le situazioni in cui potremo assecondare i nostri desideri e le nostre proiezioni di felicità.
Sembra che tutto sia contro di noi e cominciamo a sentire che c’è un mondo ostile.. E’ una lotta impari, una lotta da cui non usciremo mai vincitori e quindi soffriremo.
Senza l’esperienza di quello sguardo-sempre-presente, (atman) avendo come riferimento solo l’IO individuale, passando la vita ad inseguire ciò che all’IO da piacere o combattendo ciò che all’IO dà dispiacere si svilupperà solo un forte attaccamento all’IO-limitato, individuale.
Tutto questo è il risultato di Avidya la mancanza di consapevolezza di chi veramente si sta dicendo: io sono Marco, Francesca, Andrea ecc…?
2.9- Sya-rasa-vâhï vidusho api tathâ rûdho abhinivéshah
L’insicurezza (abhinivesa) è la sensazione congenita di ansia per il futuro. Colpisce tanto l’ignorante che il saggio
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