Forse dal punto di vista buddhista siamo tutti Bodhisattva a volte, demoni altre volte. Con Bodhisattva s’intende sia colui che vive in questo mondo, cercando la sua illuminazione attraverso la pratica delle pāramitā, o colui che raggiunta l’illuminazione per compassione e comprensione decide di essere attivo per il bene di tutti gli esseri.
Divenire maggiormente Bodhisattva (e meno demoni) vuol dire sviluppare delle qualità senza peraltro sentirsi migliori dei demoni.
Una indicazione di pratica in questa direzione e in diretto rapporto con la vita quotidiana sono le pāramitā.Le pāramitā, o Perfezioni, sono la base della pratica di tutte le scuole del Buddhismo.La difficoltà di comprendere e di agire le pāramitā è la cosa più preziosa.
Dove c’è difficoltà c’è cambiamento-interiore.
Cambiamento-interiore vuol dire abbandonare molte abitudini e sicurezze che possono diventare ostacoli e limiti per il cambiamento. E’ difficile che ci sia un cambiamento-interiore senza un po’ di sofferenza. Le pāramitā non sono propriamente delle regole, ma mondi spirituali in cui il praticante si esercita Quindi tramite lo studio e la pratica delle pāramitā. si può avviare quel cambiamento che permette di coltivare Bodhicitta (la condizione della mente quando sperimenta intuizioni interiori profondi).
“Pāramitā: ciò che raggiunge (ha raggiunto) l’altra riva. Tradotto anche con ‘perfezioni’ indica le virtù che un Bodhisattva porta a compimento durante il proprio cammino”. Da: Il dizionario della Sapienza orientale ed. Mediterranee
Il Gruppo delle pāramitā del buddhismo Mahāyāna
Nel percorso di pratica delle pāramitā. si dovrà tenere distinti il piano assoluto/ultimo la pratica dell’interiorità e il piano relativo/convenzionale, il rapporto con la vita quotidiana, adattando la pratica ai diversi contesti, determinati dalle varie situazioni e dalle differenti necessità Esistono due elenchi di pāramitā: un gruppo di sei e uno di dieci. Il più diffuso è quello di sei. Le quattro ulteriori sono dette “perfezioni supplementari o realizzazioni” e sarebbero aspetti della sesta pāramitā, per cui si parla e di dieci pāramitā in totale. Qui vi presento l’elenco completo delle dieci pāramitā. Le prime cinque sono per i laici.
Le prime otto sono per i laici durante l’Uposhata (digiuni durante i quarti di luna).
Tutte e dieci sono per i monaci.
1. Generosità. Dāna che si suddivide in tre aspetti
- Il primo aspetto dono
- Il secondo aspetto dharmadāna generosità spirituale
- Il terzo aspetto abhayadāna protezione dalla paura
2. Moralità/disciplina morale. Sila si suddivide in due aspetti
- Il primo aspetto evitare di agire male
- Il secondo aspetto praticare il bene
3. Pazienza. Ksanti si suddivide in tre aspetti
- Il primo aspetto è sopportare l’ingratitudine altrui.
- Il secondo aspetto è il sopportare le prove difficili della vita
- Il terzo è sopportare la vacuità
4. Energia/impegno. Virya si suddivide in tre aspetti
- Il primo aspetto di vīrya-pāramitā è l’impegno costante,
- Il secondo aspetto di vīrya-pāramitā è l’impegno energico s
- il terzo aspetto è chiamato rendere l’impegno insaziabile
5. La Meditazione concentrativa. Dhyana si suddivide in tre aspetti
- il primo aspetto è la meditazione del principiante.
- Il secondo aspetto è la meditazione che discerne,
- il terzo aspetto è la meditazione eccellente o quella del Tathāgata.
6. Saggezza/conoscenza che è andata al di là. Prajna
7. Retto Metodo/mezzi abili. Upayakausala.
8. Voto. Pranidhana.
9. Forza spirituale. Bala
10. Retta Conoscenza di tutti Dharma. Jnana.
“L’idea della pāramitā come un gruppo non è presente nella letteratura buddhista più antica. (…) Sebbene le pāramitā compaiano come gruppo, il loro numero può variare. Si suppone che il numero originario fosse sei”. Da: Dizionario del Buddhismo a cura di Mirce Eliade. ed. Jaca Book