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Come posso lodarti, o Signore, Te non nato e residente in nessun luogo, Te che sorpassi ogni comparazione mondana, che trascendi la strada delle parole!
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E tuttavia, per quanto Tu sia di dominio della suprema realtà, io ti loderò devotamente, o Maestro, basandomi sulla convenzione mondana.
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Privo, per natura, di nascita, in Te non c’è nascita, non andata, non venuta. Lode a Te, o Signore, a Te senza natura propria!
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Tu non sei né un essere né un non essere, né impermanente né perenne, né eterno, né non eterno. Lode a Te, o Signore, a Te senza dualità!
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In Te non si vede colore, né rosso, né verde, né rosato, né giallo, né nero, né bianco. Lode a Te, O Signore, a Te senza colore
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Tu non sei né grande né piccolo, né lungo né rotondo. Tu hai raggiunto il piano dell’illimite. Lode a Te, o Signore, a Te senza limite.
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Tu non sei né lontano né vicino, né nell’etere né nella terra, né nella trasmigrazione, né nel nirvana. Lode a Te, o Signore, che non risiedi dovechessia.
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Tu non risiedi in nessun’entità, sei andato nel piano dell’assoluta realtà, hai raggiunto la profondità suprema. Lode a Te, o Profondo.
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Con questa lode possa Tu essere lodato. Ma, in realtà, sei stato Tu lodato? Tutte le entità essendo vuote, chi mai è lodato? e da chi è lodato?
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E chi Ti può lodare, Tu privo di nascita e di sparizione, Tu dove non c’è né fine né mezzo, né percezione né percepibile?
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Io ho lodato chi non è andato né venuto, il Bene andato, privo d’ogni andare. E i meriti che ho ottenuto con questa lode possano aiutare questo mondo ad andare sulla strada del Bene andato.
Tratto da:Mādhyamika Karika,Nāgārjuna,
traduzione Raniero Gnoli, Ed. Boringhieri, 1979
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Immagine: Acero, Chishaku-in 1593 Hasegawa Tōhaku (1539-1610), tratto da: wikimedia commons