Il primo riguarda la mente quando è rivolta verso l’esterno, il rapporto con il mondo esterno e quando la mente è rivolta all’esterno è dispersa, frammentata.
Il secondo riguarda quando la mente è rivolta all’interno: il rapporto-interiore. Lo Yoga in ascolto si occupa di questo secondo processo permettendo un percorso che interiorizza, perché è equilibrante e accumula l’energia di vita: il Prana. E’ una modalità” sapiente” che affina il sentir-si e stabilizza la mente attraverso:
- la consapevolezza del corpo tramite le āsana in ascolto (lo Yoga non è ginnastica)
- la consapevolezza della respirazione tramite il Prāṇāyāma, che vuol dire che ogni volta che la nostra attenzione si pone sul respiro, è già un Prāṇāyāma (non si tratta quindi di fare una mera-tecnica)
- Infine la meditazione che accoglie lo stato che ne è derivato.
Quando la mente si stabilizza, diventando un flusso costante allora questo permette il manifestarsi di ciò che i Rishi (Saggi) dell’India hanno chiamato: “Tat”,” Ātman”, “Puruṣa ” ecc… o in occidente è stato definito come “Testimone-silente” “Spirito”, “Anima”, “Sguardo-Originario” ecc…
Buona Pratica!