Il sapore-di-sé è l’esperienza che l’oriente ha approfondito, indagato, valorizzato.
Lo Yoga è pratica innanzitutto e si sviluppa dalla consapevolezza di queste esperienza: essere testimone originario, colui che vede: Drashtar
Patanjali, Yoga Sutra- Samâdhi Pada – La Via dei Samâdhi 1.2. Yogashchittavrittinirodhah. Si ha lo stato di yoga quando si acquieta il turbinio della mente 1.3. Tadâ drashtuh svarûpé avasthânam. Allora colui che guarda può ritornare nel proprio originario stato
Noi ci raccogliamo, chiudiamo gli occhi, cerchiamo e ci riconosciamo come primo testimone, colui che vede ogni cosa che appare.
La pratica dello Yoga comincia con una indicazione molto precisa ed è il suggerimento che ci dà Patanjali: riuscendo a domare le forze, le emozioni che ci attraversano, a non farci distrarre e portandole ad uno stato di equilibrio, ad una pace interiore, ad un certo punto la dimensione dello star-guardando si evidenzia, solo a quel punto è il vero inizio della pratica: quando è possibile focalizzarsi e attingere alla dimensione del Drashtar di colui che vede
per poter intraprendere il percorso di pratica è fondamentale iniziare da questo punto fermo e lo Yoga in ascolto è a questa esperienza che ci conduce: da quel punto sarà possibile rispondere alla domanda:
ma chi sta seguendo questo percorso?
Domanda e risposta per nulla scontata!