la mente per noi è una funzione, è il nostro rapporto con il mondo che ci circonda, è la mente ordinaria, quella che si risveglia al mattino, legge queste parole, percepisce, immagina, concepisce, ricorda, vuole, si confronta e rileva, sono questi gli aspetti che sappiamo riconoscere nella nostra esperienza quotidiana e a cui siamo stati educati.
Dagli Yoga-Sūtra di Patañjali :
1.5 Vrittayah panchatayyah klishta-aklishtâh.
Le modificazioni della mente (citta-vrtti) sono cinque, possono essere dolorose o non dolorose.
I.6 Pramàna-viparyaya-vikalpa-nidrâ-smritayah
Esse sono retta conoscenza (pramana), conoscenza erronea (viparyaya), immaginazione (vikalpa), sonno (nidra), memoria (smrti).
Nella pratica dello Yoga in ascolto, si sviluppa la capacità di riconoscere la mente ordinaria nei meccanismi che tendono a mantenerci costantemente rivolti verso l’esterno, dispersi.
Se ci interessa entrare in rapporto con un livello più profondo di noi stessi, un punto fermo da cui partire, che c’è in noi, lo Yoga ci dice che è questo il primo problema che dobbiamo affrontare: attenuare la dispersione della mente.
La pratica si fa su un tappetino di Yoga.
E’ nell’isolamento della sala di Yoga che noi possiamo fare la nostra esperienza, in un guardare sottile, coltivando il rapporto di sé con sè