Alan Watts: psicoterapia orientale e occidentale

ImmagineSe è vero che la psicoterapia non è stata osservata chiaramente nel suo contesto sociale, lo stesso è anche vero delle Vie di liberazione orientali per come sono state studiate e spiegate in Occidente. Quasi tutta la letteratura moderna sul Buddhismo, il Vedānta e il Taoismo considera questi soggetti in un vuoto con appena il minimo di riferimento ai più grandi sfondi della cultura indiana o cinese. Se ne deduce, quindi, che queste discipline sono unità esportabili come balle di riso o di té, e che il Buddhismo può essere “assorbito” ovunque e in qualsiasi momento come il baseball.

All’Occidente è sembrato anche che il Cristianesimo possa essere esportato allo stesso modo, che ‘funzioni’ in qualsiasi cultura, e, in caso negativo, tanto peggio per quella cultura. Allo stesso tempo va detto che, almeno nelle civiltà superiori, non esistono culture ‘pure’ non contaminate da influenze esotiche. In effetti il Buddhismo viaggiò dall’India alle culture molto differenti della Cina, del Tibet, della Tailandia e del Giappone in un modo in cui l’Induismo, come cultura totale, non avrebbe mai potuto viaggiare. Ma dove non c’erano istituzioni parallele, come il Taoismo in Cina, era difficile da assimilare e da capire.

In altre parole, esso diventa comprensibile (e applicabile nei nostri termini) quando riusciamo a vederne il rapporto con la cultura da cui deriva. In questo modo possiamo adottare delle cose da altre culture, ma sempre fin quando rispondono ai nostri bisogni. Una delle benedizioni della facilità delle comunicazioni tra le grandi culture del mondo è che il settarismo nella religione e nella filosofia sta cessando di essere intellettualmente rispettabile. Le religioni pure sono rare come le culture pure, e quando scegliere significa accettare il sistema interamente o per nulla, supporre che ci sia un certo numero di corpi fissi di dottrine tra i quali si debba scegliere, paralizza la mente. Le religioni altamente organizzate cercano sempre di costringere a questa scelta perché hanno bisogno di membri devoti per la loro continuazione.

Chi vaga liberamente nelle varie tradizioni, accettando quello che può usare e respingendo quello che non può, è condannato come sincretista indisciplinato. Ma l’uso della ragione non è assenza di disciplina, e d’altra parte non c’è una religione importante che non sia essa stessa un sincretismo, un “crescere insieme” di idee e di pratiche di origine diversa. Il tempo dà certamente ad ogni sincretismo religioso una propria unità organica, ma anche una rigidezza che ha bisogno di essere scossa. Ma una delle conseguenze del porre il Buddhismo o il Vedānta fuori del loro contesto culturale è, come abbiamo visto, la supposizione che essi siano una religione nello stesso senso in cui lo è il Cristianesimo, e che abbiano la stessa funzione sociale.

Così l’occidentale non informato ha l’impressione che il Buddhismo possa essere un’alternativa al Cristianesimo, e che sia un corpo di dottrine metafisiche, cosmologiche, psicologiche e morali in cui credere e semplicemente da sostituire a ciò che si è creduto prima. Sembra anche che la pratica concreta di queste Vie di liberazione sia quasi del tutto un fatto della propria vita privata. Esse sembrano esplorazioni solitarie della coscienza interiore dell’uomo, che si presume sia ovunque la stessa, e quindi applicabili in California come nel Bengala, tanto più in quanto non richiedono l’appartenenza a una chiesa.

In realtà se la funzione principale di una Via di liberazione è liberare l’individuo dalla sua ‘ipnosi’ da parte di alcune istituzioni sociali, ciò che è necessario in California non sarà del tutto uguale a ciò che è necessario nel Bengala, perché le istituzioni non sono le stesse. Come malattie differenti, hanno bisogno di medicine differenti.

Tratto da: Alan Watts, Psicoterapie Orientali e Occidentali,ed. Astrolabio Ubaldini, 1978 – (Psychotherapy East and West)

Alan Watts: psicoterapia orientale e occidentaleultima modifica: 2014-05-15T07:29:36+02:00da loresansav1
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