La conoscenza da ritrovare – il bisogno di ritornare a saperla

upFondamentalmente nei  confronti della vita vi sono due atteggiamenti

  1. Quello dell’io con tutti i suoi attaccamenti e i suoi desideri
  2. Quello di una densità di presenza del senso di sè più profondo: Esser-si

Nel primo caso si tratta del sapore dell’IO individuale, in cui si annida la grande insidia della brama del voler impossessarsi di tutto, è un IO che pensa che questa sia l’unica modalità di vita possibile, lo ritiene un modo naturale e ovvio di comportamento.

Nel secondo caso c’è un altro atteggiamento, più profondo e, se si è istruiti a raccogliersi in meditazione, questo IO-individuale/ego può accorgersi che ciò che in noi è capace di osservare, ha anche la capacità di farsi sviare e trasportare nell’immedesimazione di quello che vede, come quando proviamo un’emozione di simpatia, antipatia, rabbia, gioia  ecc… queste prendono il sopravvento e ci ritroviamo ad essere totalmente quelle emozioni e questo sballottamento del coinvolgimento nel mondo è il modo, dice la tradizione indiana, di entrare nel samsara.

Ma a questo punto può anche accadere che si manifesti l’idea della possibilità di un altro modo di porsi nei confronti della vita, sia nel quotidiano che nella nostra interiorità. Attraverso la disciplina dello Yoga in ascolto e del discernimento in meditazione, si possono creare le condizioni per una mente fluida, libera da condizionamenti e centrata che permette il calarsi in un sentir-si profondo, ci si cala nel nucleo originario della coscienza, in quello sguardo che non è affetto da illusioni e immedesimazioni e capace di dare il senso di compiutezza alla vita.

Nello Yoga della tradizione classica il riferimento è all’esperienza che viene identificata, secondo i vari contesti,  con i termini: Atman/Brahman/Tat/Drashtar

Dice,  in una famosa espressione, della tradizione indiana: “Tat Tvam Asi”, “Tu sei Quello” perché nel momento stesso in cui noi facciamo questa esperienza la diventiamo.

cosa vuol dire diventarla?

Vuol dire che quando noi entriamo in quel sentir-si in quel esser-si, noi ci collochiamo e siamo la nostra coscienza, in realtà ci siamo da sempre, ma abbiamo bisogno di tornare a saperlo.

Dalla Katha Upanishad, Terza valli

10  Superiori ai sensi sono infatti gli oggetti [che determinano le sensazioni], superiore agli oggetti è la mente, superiore alla mente è la ragione, superiore alla ragione è il grande Atman [individuale].

11  Superiore al grande Atman è [l’elemento primordiale] non evoluto, superiore al non evoluto è lo Spirito, superiore allo Spirito non v’è nulla: esso è lo scopo, esso è il rifugio supremo.

12  Nascosto in tutte le creature, questo Spirito non si palesa, ma si fa vedere da coloro che acutamente indagano  con sottile, alta intelligenza.

 

La conoscenza da ritrovare – il bisogno di ritornare a saperlaultima modifica: 2022-03-28T10:18:26+02:00da loresansav1
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