Se non avete mai letto la Baghavad-Gita consiglio di leggerla perchè è un testo fondamentale non solo per capire il pensiero dell’India ma vi sono contenute indicazioni molto importanti sul “come stare” nella vita.
Arjuna è il protagonista ed è su di un cocchio da guerra e di fianco ha Krishna, la divinità, ad un certo punto vi è una grande battaglia tra fazioni che una volta erano unite e in cui ora vi sono amici, fratelli, parenti. Arjuna dice a Krishna che gli trema la mano al pensiero di andare ad uccidere cugini, amici, fratelli ecc..
Metafora di tutte quelle situazioni in cui ci è capitato di trovarci davanti a persone care e di dover prendere decisioni difficili…
Ricordate qual’era il vostro atteggiamento interiore?
dal Primo Discorso: Lo sconforto di Arjuna – versi 28-29
“Vedendo i miei parenti, o Krisna, schierati qui e desiderosi di combattere, le membra non mi sorreggono e la mia bocca si secca. Un tremore mi attraversa il corpo e i capelli mi si rizzano….
dal Secondo Discorso: la risposta di Krisna – verso 47-48
il tuo scopo è soltanto l’azione non l’effetto. Non permettere che il frutto dell’azione sia il tuo movente, né che il tuo attaccamento sia rivolto all’inazione
…abbandonando l’attaccamento rimanendo identico nel successo e nell’insuccesso porta a termine le tue opere. L’imperturbabilità della mente viene chiamata Yoga.
Commento di Sri Sankaracarya: …nel portare a compimento la tua opera, fa che il desiderio dei loro effetti sia assente in qualunque caso. Fa in modo che essi non rappresentino il movente della tua azione…
in questo commento di Sri Sankaracarya viene detto che il ruolo in cui veniamo a trovarci in questa vita esige da noi di fare determinate azioni che non possiamo evitare, quindi viene spiegato che modo il per portarle a termine senza alimentare il karma è quello di fare ciò che viene richiesto dalle circostanze ma “senza” conflittualità, odio ecc… quindi ciò a cui dobbiamo fare attenzione è “l’atteggiamento interiore” con cui agiamo.
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