Se vogliamo iniziare un percorso di meditazione dobbiamo imparare ogni tanto come invertire la direzione dei canali sensoriali (tatto, gusto, udito, vista e olfatto).
Relazionandoci con il mondo esterno attraverso queste 5 aperture la mente esprime dei giudizi: mi piace/non mi piace, tutto ciò che va bene per me, tutto ciò che non va bene per me, tutto ciò che posso accettare, tutto ciò che non posso accettare ecc… è con questi giudizi che si crea la nostra identità in un meccanismo fisso e ripetitivo: l’ IO.
Se mettiamo tutte le nostre energie nel relazionarci con la realtà solo in questo modo la nostra identità (IO) che ha la funzione di allontanarci da certe cose e di avvicinarci ad altre in una continua ripetizione. ruoterà. in un sistema chiuso in se stesso e ripetitivo.
Ma la vita è ripetizione?
No. Anzi è una continua sollecitazione, un continuo cambiamento ed è proprio a questo punto che iniziano le nostre difficoltà, quando ci troviamo nella vita a passare fasi difficili in cui ci sentiamo perduti, ci accadono esperienze che ci destabilizzano e ci lasciano senza riferimenti questa identità fissa (l’IO) va in crisi.
E’ a questo punto che possono venirci in aiuto le discipline orientali dandoci gli strumenti per fare un’altra operazione importante: iniziando dapprima ad imparare a distinguere
- il lato psichico (cioè la nostra storia)
- e un altro lato che osserva tutto questo. Lo spazio silenzioso che solo contempla e non cambia.
Solo con la presa di coscienza di questa spazialità che osserva, inizia la disciplina profonda di visitazione di sé che può intrecciarsi per creare combinazioni in grado di chiarire e dare stabilità a ciò che si vive .
Nei prossimi articoli continuerò l’approfondimento dell’argomento..