scavare in profondità?
Le āsana non si fermano alla forma ma invitano a scavare più a fondo lungo un percorso di coinvolgimento della mente, del corpo, del cuore e del respiro attraverso la disciplina dall’ āsana -stessa… Può essere successo a molti che durante l’esecuzione delle āsana la mente inizi a vagare in percorsi che poco o niente hanno anche fare con quel che stiamo facendo seguendo criteri a noi ignoti e apparentemente non coerenti: associazioni di vario genere, suggestioni …. è così accade che improvvisamente ci si trova a pensare a questioni personali, a problemi che sembrano non essere in alcuna relazione tra loro e soprattutto con delle posture fisiche.
In questo contesto quando entra in gioco la consapevolezza la si prende in considerazione come ad uno mero stare attenti ai movimenti del corpo è raro che si prenda in considerazione il ruolo importante che riveste in āsana per condurci ai Principi dello Yoga, per stare in prossimità dell’Origine da cui nasce tutto.
Se l’atteggiamento con cui ci si avvicina alle āsana è quello della ginnastica, della terapia, sarà con quella mente che si praticherà e, certamente ci sarà qualche temporaneo beneficio che comunque potrebbe essere ottenuto anche con altre discipline, ma si perderà di vista l’obbiettivo di āsana, che non è mantenere il corpo flessibile o farci stare meglio, ma creare le condizioni di un equilibrio energetico nella mente, nel corpo, nel cuore e nel respiro per poter attingere ai Principi dello Yoga… e, preparato così il terreno, andare alla fonte della coscienza con l’indagine interiore attraverso la meditazione per stare in prossimità dell’Origine a colui che sta vedendo adesso, ora…
A questo punto per molte persone praticare le āsana non è più interessante, mentre ad altri si accende il desiderio di andare in profondità.
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