il Mahâ-Bhârata …

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(immagini tratte dal Film di Peter Brook MahâBhârata”)

La  Bhagavad-Gîtâ è un capitolo che fa parte del grande Poema Epico indiano Mahâ-Bhârata che narra la guerra tra due famiglie reali Pandava e i Kaurava. Al fine di rendere più concreto il contesto da cui è tratta la Bhagavad-Gîtâ, pubblico il Cap.22 – Nella foresta, tratto dal Mahâ-Bhârata, che è, dal mio punto di vista, una bella introduzione alla saggezza della Bhagavad-Gîtâ.

 […] La mattina seguente i fratelli si sedettero davanti ai fuochi sacrificali ed offrirono preghiere ai deva. Poi chiesero ai bramini di benedirli e di permettergli di partire. Yudhisthira disse: “Siamo stati derubati del regno, delle ricchezze e di tutto ciò che possedevamo. O grandi saggi non saremo in grado di mantenervi come sarebbe nostro dovere. Nella foresta dovremo sopravvivere di frutti e radici selvatiche, e la giungla è piena di animali feroci e di serpenti. Vi prego, tornate a Hastinapura, non voglio essere la causa delle vostre privazioni”. Shaunaka, il capo dei bramini, rispose: “O re, noi verremo con voi, non preoccuparti di come sopravvivremo. Ci procureremo il nostro cibo, e saremo felici di una vita di ascesi. Con le nostre preghiere e meditazioni, vi faremo del bene e vi intratterremo recitando le sacre scritture”. “non ho esitazioni ad accettare la tua offerta, “ rispose Yudhisthira, “sono sempre felice di essere in compagnia dei bramini. Tuttavia ora siamo poveri, e io mi sento indegno”. Yudhisthira si sedette e si prese la testa fra le mani. A Indraprastha manteneva centinaia di migliaia di bramini, e adesso non poteva nemmeno procurare il cibo a pochi di loro.

Shaunaka lo consolò citando i sacri Veda. “Mille cause di dolore e cento cause di paura affliggono gli ignoranti, ma non affliggono coloro che sanno. O re, tu che conosci le eterne verità dei Veda, non farti abbattere dai rovesci della fortuna. Adesso riprenditi e richiama alla mente quella saggezza, o Yudhisthira.” Aggiunse che l’attaccamento alla materia è la radice della sofferenza. Un focherello nel cavo di un albero lo consuma fino alle radici, e così anche un piccolo attaccamento, se viene alimentato, può distruggere un uomo. Il desiderio di ricchezza è il peggior nemico dell’uomo. La felicità viene dall’accontentarsi, mentre la lotta per la ricchezza, la fama, il potere e le questioni d’amore, creano legami e infine fanno soffrire. “Pertanto, o re, non desiderare nulla, non voler accumulare ricchezza, nemmeno per scopi virtuosi. E’ meglio non aver mai toccato il fango che lavarlo via quando se ne è ricoperti. Se vuoi innalzare la tua virtù, libera il tuo cuore dal desiderio di ricchezza.”Yudhisthira era perplesso. “O Rishi, non desidero nulla per me, vorrei solo avere sufficienti ricchezze per mantenere i bramini. Che scopo può avere la vita del re se non riesce a prender cura e mantenere coloro che dipendono da lui?”

Shaunaka disse che anche gli uomini pii possono venire sopraffati dai desideri quando sono nel mondo e si godono i suoi piaceri. Yudhisthira aveva già vissuto il successo, e adesso avrebbe dovuto concentrarsi nelle sue pratiche di yoga e di austerità, senza attaccamenti e desideri materiali, per ottenere il pieno successo spirituale.  (continua a leggere)

Tratto da:Il Mahâ-Bhârata,

Nella Foresta, cap.22

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il Mahâ-Bhârata …ultima modifica: 2013-02-15T06:08:00+01:00da loresansav1
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