per non dire semplicemente “grazie” o “mi dispiace
La vita è sempre oggi e oggi abbiamo bisogno del nostro dolore per fare amicizia con noi stessi, per fare pace con le nostre mancanze e per superare il nostro antico senso di mancanza. Molte persone credono di aver bisogno di libertà quando sono già libere e rinviano il loro impegno personale nella vita negando che vorrebbero amore e non “libertà” e ignorando il fatto che nella vita adulta l’amore che si riceve non può soddisfare il bisogno non soddisfatto nell’infanzia. Molte persone sentono di “dover fare” tante cose senza però arrivare mai a capire cosa vogliono davvero fare e cosa possono davvero fare. Continuano a fare “qualcosa” senza impegnarsi a costruire una buona vita, giorno per giorno. Molte persone passano la vita a convincersi di “essere state ferite” e a “sentirsi ferite” e a “reagire” a tali “ingiustizie”.
Chiudono il cuore, la mente e magari anche i genitali pur di non cedere, pur di non dire “mi dispiace” e tornare liberi di dire “grazie”.In genere le persone non vogliono accettare una cosa semplicissima, cioè che la loro vita è fatta soprattutto di tanti “grazie” e di tanti “mi dispiace”.Il percorso analitico non cura nessuna malattia, ma aiuta solo a volersi bene, a voler bene e a rinunciare alle pretese e alle illusioni. Aiuta a dire “grazie” e “mi dispiace”.
G. Ravaglia: su http://risorse-psicoterapia.org/Gr.md.htm
Al di là del successo e…del fallimento…
“Non è possibile fallire in questo lavoro, se ti applichi con sincerità e costanza.La meditazione non è una pratica di rilassamento.Se fai un esercizio di rilassamento e alla fine non sei rilassata, hai fallito. Ma se stai praticando la consapevolezza, la sola cosa importante è la tua disponibilità a osservare e a stare con le cose così come sono, in ogni … Continua a leggere