Tong-Len: la pratica del dare e ricevere

cartina-di-shambalàLa pratica del Tong-Len (Dare e ricevere) è una pratica antichissima del buddhismo  tibetano ed è  un processo graduale per aprire il cuore abbracciando e non rifiutando i lati meno desiderati e dolorosi del nostro vissuto. Ribaldta il nostro modo di affrontare il dolore,i le caratteristiche meno belle di noi stessi e  del nostro vissuto, Di fatto, può cambiare tutto il nostro atteggiamento nei confronti del dolore. Anziché evitarlo e nasconderci affrontare e conoscere quelle sensazioni psichiche per poterle vedere sotto un altro aspetto, che non è quello della luce emotiva.

 A quel punto avremo l’accesso ad una fonte profonda in cui calarci nella nostra pratica di meditazione con un cuore libero.

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da “A Beginner’s Guide to Tibetan Buddhism” by Bruce Newman, edito da Snow Lion Publications fonte: http://www.snowlionpub.com/pages/DharmaQuote-copy.php

E’ molto facile sedersi e guardare al mondo, agli esseri umani e alla natura o a qualcosa del genere con compassione e pensieri amorevoli. In realtà ciò non ci minaccia, infatti ci sentiamo bene e sollevati da quel genere di pensiero. Ma io non credo che questo genere di pensiero in realtà sia in grado di modificare qualcosa. Puoi notarlo da solo: questi sentimenti espansivi modificano realmente il tuo modo di relazionarti con gli altri nella tua vita quotidiana oppure dominano i vecchi schemi? Se sei come me, i vecchi schemi di pensiero ritorneranno.

Il motivo è questo: questi sentimenti non sono realmente collegati alla struttura dell’ego che elimina il dolore accumulando felicità. Devi essere molto preciso nella tua osservazione riguardo quel processo prima che possa essere davvero modificato. A causa di ciò, gli insegnamenti del lo-jong raccomandano di iniziare lo scambio con te stesso.

Molti studenti che hanno una certa familiarità con gli insegnamenti hanno ignorato questo consiglio, ma io penso che sia la chiave principale. Dobbiamo imparare a notare la nostra strategia di negazione della sofferenza prima che possiamo davvero esprimere questo forte augurio per gli altri esseri umani di esserne liberi. Per sofferenza io intendo soprattutto la sofferenza mentale, persino quella di avere un handicap fisico. Se provi a praticare tong-len per gli altri e neghi la tua stessa sofferenza la tua pratica diventa una tecnica che ne perpetuerà la negazione con la conseguenza che non otterrai mai risultati significativi. Per prima cosa prendi consapevolezza del tuo dolore appena ti si presenta. Percepisci semplicemente il tuo disagio, il tuo desiderio di contrastarlo in qualche modo. Cerca semplicemente di sentirlo.

Ora sei pronto ad iniziare il tong-len. Forse vorrai pensare a un’immagine di te infelice che ti si presenta di fronte; ciò può rendere la visualizzazione più scorrevole. Senti pienamente la tua sofferenza; guarisci da te, luce bianca. E’ consigliato abbinare ciò con il respiro: inspira la sofferenza come colla nera; espira la bontà sotto forma di luce bianca curativa.

Fallo finché funziona! Dovresti “farcela”, avrai un notevole senso di guarigione, accettazione e trasformazione. Dovresti prendere coscienza di ciò che ti blocca; la negazione del dolore è in realtà ciò che ti tiene bloccato in un luogo doloroso, e fa parte delle tue capacità e abilità il fare qualcosa di molto semplice ed efficace per modificare questa situazione. I meccanismi del tuo ego sviluppati fin da quando eri più giovane e non avevi altre difese contro le difficoltà: adesso sei più adulto e hai avuto la grande fortuna di conoscere il Dhamma.

E’ abitudine di ciascuno allontanare la sofferenza, non c’è una ragione pratica o logica per continuare a soffrire.

 

Tong-Len: la pratica del dare e ricevereultima modifica: 2010-09-10T16:55:12+02:00da loresansav1
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