Non dobbiamo pensare semplicemente che quanto vediamo è quanto vediamo, ma dobbiamo convincerci che vi è un senso (profondo) da investigare in tutte le cose. Dovremmo sapere che pur vedendo Buddha possiamo non (ri)conoscerlo, e non capirlo. Allo stesso modo, pur vedendo l’acqua possiamo non (ri)conoscerla e vedendo le montagne possiamo non (ri)conoscerle. Limitarci al fatto immediato che ci sta di fronte agli occhi e non cercare più a fondo nelle cose, non è studio del buddhismo…
Tratto da: Shōbōgenzō, Eihei Dōgen (1200-1253), cap.12 Zazen-shin
Il racconto noto come “I quattro cavalli dell’Āgama Sūtra”
… Il Samyuta Āgama Sūtra racconta: “Il Buddha disse ai monaci riuniti: ‘Vi sono quattro specie di cavalli. Il primo è un cavallo che, senza timore, obbedisce al suo cavaliere semplicemente vedendo l’ombra del frustino, il secondo fa altrettanto solo quando lo scudiscio tocca la criniera, il terzo quando sferza la carne, il quarto solo quando il colpo giunge fin … Continua a leggere