I Cakra trattati in questa breve introduzione e che verranno presi in considerazione nei successivi articoli sono quelli indicati dalla tradizione Indù e nello specifico i 10 Cakra presi in considerazione dal Maestro Krishnamacarya.
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Nel nostro corpo ci sono secondo le varie Tradizioni 5,7,8,10 Cakra, questa conoscenza è trasmessa da molti sistemi di Yoga, nelle diverse tradizioni Induiste, Buddiste, Jainiste ecc…e con mappature diverse fra loro. Il termine Cakra proviene dal Sanscrito (una delle lingue ufficiali dell’India) ed ha molteplici significati tra cui: ruota, anello, vortice ecc… questi termini simboleggiano il movimento e stanno ad indicare che i Cakra non sono immobili, ma rappresentano la dinamicità dell’energia-esistenziale. e svolgono un ruolo cruciale nell’incremento o nel calo dei vari stati emozionali, sono composto fondamentalmente di forze e i luoghi in cui si incontrano le Nādi.
I Cakra fanno parte dell’anatomia del corpo-sottile, e ne esistono migliaia distribuiti in tutto il corpo, e da più di 5.000 anni sono studiati in India, prima dai i Rishi (saggi vedici) e successivamente dagli Yogi, (i Maestri dello Yoga).
Quando un Cakra è chiuso, squilibrato, non attivo si crea uno squilibrio-energetico negli organi ad esso associati in quanto l’energia è ferma. Attraverso gli Upaya (i mezzi idonei) delle tecniche messe a punto dalle varie Tradizioni ci si educa a riconoscere quando si attivano e come rimuovere le chiusure di natura psichica. Perché tutto questo però non resti un fatto solo chiuso nell’ambito della sala di pratica e diventi effettivamente parte della nostra vita è fondamentale educarsi a riconoscere quando nelle situazioni della vita quotidiana i Cakra si attivano nel corpo o sono chiusi, solo allora si può dire che la nostra pratica fa parte della nostra vita!
E’ necessario a questo punto una precisazione…
Lo scopo di utilizzare le âsana nello Yoga in Ascolto è finalizzata per sbloccare l’energia per il raggiungimento dell’esperienza dello stato di Yoga, NON per fini terapeutici, compito questo delle varie psicoterapie.
Devono intendersi come qualcosa di materiale?
Sono piani molto sottili di incrocio delle Nādi convogliante l’energia esistenziale con luoghi del corpo fisico, le funzioni corporee si incontrano e si compenetrano, questo significa che ciò che sentiamo in realtà è una interdipendenza tra energia-esistenziale e grossolana e per questo la mente vi si posiziona più facilmente. In queste zone sentiamo con più intensità i sentimenti e le emozioni, e le sensazioni diventano più significative. Ciascun Cakra interagisce con gli altri. I cambiamenti dell’energia comportano dei cambiamenti fisici, in grado per esempio, di migliorare o compromettere lo stato di salute, quindi la nostra relazione con essi è di fondamentale importanza. I Cakra sono connessi ai tre corpi (śarīrāḥ) ed ai canali che permettono alle correnti interne di muoversi nell’intero organismo (Nādi). I Cakra principali sono dislocati lungo l’asse della colonna vertebrale, nel canale-centrale chiamato Susumna. A seconda delle tradizioni ne sono riconosciuti 5 (Tibet) 7,8, 10 (India).
Come sono?
I Cakra NON sono come vengono raffigurati e non sono visibili ad occhio nudo, così come le sensazioni per esempio di gioia, tristezza ecc.. sono palpabili solo per la mente e questo è il motivo per cui non neghiamo la loro esistenza, così i Cakra devono essere personalmente sentiti, esperiti.
I Cakra si riferiscono a quelle sensazioni che non sono solo mere percezioni come per esempio che se beviamo una bevanda che ci crea acidità di stomaco il bruciore che si percepisce è solo una sensazione e null’altro. Diversa è la sensazione, per esempio, di ansia di quando ci troviamo a dover fare delle analisi dalle quali può risultare un esito grave di salute, in quel caso le sensazioni e percezioni sono intrise di un significato originario attraverso la reazione del il cakra Manipura, lo stiamo esperendo nella carne attraverso ansia, panico ecc… ed è quel significato che va indagato.
Furono utilizzate delle immagini simboliche a cui tutti i praticanti potessero riferirsi, quindi come vengono rappresentati sono solo un aiuto simbolico per la mente per concentrarsi sulla mappa del corpo-sottile. Fu utilizzata l’immagine del fiore di loto perché oltre a suggerire l’idea della dinamicità dell’energia del Cakra che si espande come nello sbocciare del fiore che si apre e si contrae quando il fiore si chiude, e fu utilizzata l’immagine del fiore di loto in quanto fiore sacro per l’India-mistica.
Il fiore di loto nasce nel fango degli stagni e con pochi petali ma si evolve e si dischiude fino a diventare un fiore con molti petali. Questa evoluzione è adatta a rappresentare molto bene il percorso della mente, partendo da uno stato di dispersione ad uno stato centrato focalizzando l’attenzione in un unico punto per inoltrarsi nella meditazione profonda. Ogni Cakra viene rappresentato con le radici del fiore rivolte verso la colonna, e la corolla che si apre in avanti nel volume interno del corpo, questo per significare l’influenza che il movimento di apertura e chiusura dei Cakra ha sugli organi e le funzioni ad esso collegate.
Le sensazioni che si evidenziano in ogni Cakra sono rappresentate dai vari colori, e sono legate alle vibrazioni che ogni petalo dei Cakra produce, (secondo le varie tradizioni le descrizioni possono differire) le variazioni di profondità della consapevolezza sono rappresentate dai i numeri dei petali. Il numero di petali indica il livello di vibrazione di ogni Cakra e risalendo lungo l’asse dei Cakra la frequenza aumenta considerevolmente.
Attraverso l’attenzione si attrae energia là dove ce n’è bisogno in questo modo si sensibilizza quella zona del corpo e più si è rilassati maggiore sarà la quantità di energia che viene focalizzata è allora il Cakra inizierà a vibrare petalo per petalo. L’attenzione è lo strumento utilizzato per convogliare energia su ogni petalo del Cakra.
Nome dei Chakra |
numero dei petali |
colore dominante |
1 mooladhara |
4 |
rosso |
2 swadhisthana |
6 |
arancio |
3 manipura |
10 |
giallo |
4 anahata |
12 |
verde |
5 vishuddhi |
16 |
blu |
6 ajna |
2 |
indaco |
7 bindu visarga |
nessuno |
nessuno |
8 sahasrara |
1000 |
viola |
Lo Yoga e i Cakra
Nella postura delle âsana viene data la massima importanza alla colonna vertebrale, con lo scopo principale di allineare i Cakra perché è da questo allineamento che si produce l’integrazione strutturale che, a sua volta, porta all’integrazione funzionale-psciologica. I cakra principali sono tre Ajna, Vishuddhi e Anahata, gli altri sono considerati intermedi
Tradizione buddista
nome Cakra |
Traduzione |
collocazione |
1. mooladhara |
il Centro della base |
tra l’ano e i genitali (comprende il Cakra induista Svadhistana)
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2. manipura |
gioiello, città |
presso la bocca dello stomaco – plesso solare
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3. anahata |
il centro del cuore |
al centro del torace nei pressi del cuore fisico
|
4. vishuddhi |
il centro della purezza
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nella gola |
5. sahasrara |
centro dell’infinita conoscenza |
corrispondente alla fontanella alla sommità del capo (comprende il Cakra induista Ajna) |
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Tradizione induista
I principali sono stati identificati in sette. I primi cinque, a partire dal basso corrispondo ai cinque elementi (terra, acqua, fuoco, aria e spazio) il sesto rappresenta l’Originario (chiamato anche secondo le tradizioni: Purusha/Sguardo/Testimone/Spirito/Anima/Spazio ecc…) il settimo rappresenta l’infinito…
nome Chakra |
Traduzione |
Collocazione |
1 mooladhara |
il Centro della base
|
Vicino al retto |
2 swadhisthana |
il Centro della Croce |
2 dita sotto l’ombelico e sopra al Cakra Mooladhara (secondo i paesi di origine è chiamato anche: hara, tanden o Tai t’ien) |
3 manipura
|
gioiello, città |
Esattamente nell’ombelico |
4 anahata
|
il centro del cuore |
nel cuore fisico |
5 vishuddha |
il centro della purezza
|
nella gola |
6 ajna
|
centro della saggezza |
Fra le due sopracciglia
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7 bindu visarga |
goccia, sfera, punto
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nel retro della testa (dove di solito i bramini lasciano un ciuffo di capelli in crescita |
8 sahasrara |
centro di infinita conoscenza |
Sopra la gola o il palato |
I tre Cakra inferiori
- Mooladhara
- Swadhisthana
- Manipura
- rappresentano le modalità di vita dell’uomo nel mondo, nella sua condizione materiale, estroversa.
Il sesto Cakra Ajna: sarvikalpa samadhi – apre al primo livello di esperienza interiore: io-sono-quello/Tat-Twam-Asi, Atman, Dio…
L’ottavo Sahasrara: nirvikalpa samadhi – fa accedere ad un ulteriore livello esperienziale di trascendenza
I Cakra indicati dal Maestro: Krishnamacarya
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